L’ex direttore del Bryan Texas Planned Parenthood, Abby Johnson, ha pubblicato un libro (hanno recentemente anche fatto un film) che racconta la sua trasformazione da direttore ad attivista pro-life (per la vita). Il primo capitolo del suo libro, un resoconto della giornata che ha cambiato la sua vita, è stato pubblicato dal LifeSiteNews.

Il medico in visita aveva bisogno dell’aiuto di Abby per un aborto eco-guidato di un bambino di 13 settimane.

Di seguito ho tradotto per voi la sezione chiave del suo racconto. Vi sfido a leggere il seguente senza essere scossi:

In un primo momento, il bambino non sembrava consapevole della cannula*. Delicatamente sondavo parte del bambino, e per un secondo mi sentii sollevata. Certo, ho pensato. Il feto non sente dolore. Mi avevano rassicurato innumerevoli donne di questo e mi era stato insegnato da Planned Parenthood stesso. Il tessuto del feto non sente niente quando è rimosso

Questa è una procedura medica semplice e veloce. La mia mente lavorava duramente per controllare le mie risposte, ma non ho potuto schivare un’inquietudine interiore che rapidamente cresceva mentre monitoravo con orrore lo schermo.
Il bimbo ha cominciato a scalciare, come se tentasse di scacciare l’invasore: la sonda. Mentre la cannula premeva sempre di più verso il suo lato, il bambino ha cominciato a lottare per allontanarsi lontano da essa. Era chiaro che il bimbo percepiva la presenza della cannula, e non gli piaceva quello che stava provando.

LA VOCE DEL DOTTORE

E poi la voce del dottore mi sorprese grandemente:

“Beam me up, Scotty**”, disse all’infermiera con tanta leggerezza. Con tale frase le indicava di accendere l’aspiratore – durante l’aborto l’aspirazione non è attivata fino a quando il medico non sente di avere la cannula esattamente nel posto giusto.
Ho sentito all’improvviso il bisogno di gridare: “Fermatevi!” Avrei voluto scuotere la donna per dire: ‘Guarda cosa sta succedendo al tuo bambino! Svegliati! Affrettati! Fermali’.

Mentre pensavo a quelle parole, ho guardato la mia mano che manteneva la sonda e mi sono resa conto che ero uno di ‘loro’, esecutore anch’io di quest’atto. I miei occhi si sono bloccati sullo schermo. La cannula era già in rotazione, vedevo il piccolo corpo violentemente in torsione su se stesso. L’ultima cosa che ho visto è stato il piccolo, spina dorsale perfettamente formata risucchiata anche lei nel tubo con il resto del corpo, e poi era sparito. L’utero era vuoto. Completamente vuoto.

COMPLETAMENTE VUOTO! Questo è il risultato di un aborto.

A presto
Antonio Morra

*Aspirazione e raschiamento: tra le 6 e le 14 settimane dopo l’ultimo ciclo mestruale

Questo è il metodo di aborto chirurgico più comune: lo svuotamento strumentale è infatti usato in circa il 97% dei casi. Il dottore deve prima stirare e aprire il collo dell’utero attraverso dei ferri metallici. L’apertura del collo dell’utero potrebbe essere dolorosa, così viene tipicamente praticata una anestesia locale o generale. Dopo che il collo è allargato, il dottore inserisce un tubo rigido di plastica nell’utero, poi collega questo tubo ad un apparecchio aspiratore. L’aspirazione risucchia il corpo del feto, a volte tagliandolo con il moto rotatorio impresso al tubo, e lo tira fuori dall’utero. Dopo la 12a settimana è necessario frantumare manualmente il corpo con delle pinze speciali staccando gli arti, il tronco e la testa per farlo passare dalla cannula. Il dottore può anche usare un attrezzo ricurvo simile ad un cucchiaio, per raschiare via dall’utero il feto e le parti ad esso connesse.

**Espressione Americana derivante dalla serie televisiva Star Trek.