Sono il presidente di “Save The 1”. Un’organizzazione pro-vita che si focalizza principalmente nel raggiungere quelle persone che sono nate da uno stupro e quelle madri che hanno deciso di tenere il bambino anche dopo uno stupro.

È semplicemente disumano punire un bambino innocente per il crimine di qualcun altro. Bisogna punire gli stupratori, non i bambini. Non meritavo la morte per il crimine del mio padre biologico. Mia madre ha cercato di uccidermi due volte tramite l’aborto illegale. Oggi mia madre combatte insieme con me per i diritti dei bambini. Ci siamo riuniti dopo 40 anni.

Alla polizia mi dissero che ero nata da uno stupro e che l’uomo che aveva aggredito mia madre non era mai stato preso. Scoprendo questo ho capito perché mi ha dato in adozione, rappresentavo il momento più brutto della sua vita.

Molte persone pensano che abortire dopo uno stupro sia la cosa giusta da fare… con questo tipo di ideologia stiamo dicendo che la mia vita (come quella di centinaia di persone nella mia stessa condizione) non vale nulla.

Il messaggio che percepiamo è che le persone, nate da uno stupro, non sono degne di vivere e non meritano di essere protette come tutti gli altri.

Le madri sopravvissute allo stupro soffrono per il modo in cui i loro figli vengono sistematicamente presi di mira e svalutati. Queste donne vengono spesso accusate di non aver abortito e quindi non amano veramente i loro figli.

Gli stupratori e i trafficanti di sesso adorano l’aborto. L’aborto distrugge le prove e consente loro di continuare con i loro crimini.

Rebecca Kiessling

Fonte: LifeNews